Un rimedio utile contro l’osteoartrosi
Con il termine “osteoartrosi” si definisce una patologia cronica degenerativa delle articolazioni, caratterizzata da lesione e perdita graduale della cartilagine articolare. Possono essere colpite tutte le articolazioni, ma le più interessate sono i piedi, le mani, le anche, le ginocchia e la colonna vertebrale. I sintomi, che tendono a peggiorare con il tempo, sono dolore, rigidità, deformazione e riduzione della normale mobilità articolare.
La terapia si basa sull’uso di farmaci antinfiammatori (Fans), oltre che su cure riabilitative ed eventuali trattamenti chirurgici. Nella medicina omeopatica il trattamento dell’osteoartrosi può interessare vari rimedi, utilizzati da soli o in associazione, ma ad oggi sono ancora pochi i dati clinici a disposizione che dimostrino la loro reale efficacia.
Un recente studio condotto su 59 soggetti affetti da osteoartrosi ha consentito di verificare non solo l’efficacia, ma anche la tollerabilità e il reale miglioramento nella qualità di vita dei pazienti trattati con il complesso omeopatico, associato ai farmaci unitari Bryonia, Medorrhinum e T.R. (Tuberculinum residuum).
Il complesso si presenta in gocce e contiene Berberis D4, Calcium phosphoricum D12, Causticum Hahn. D6, Dulcamara D4, Nux Vomica D4, Rhododendron D4 e Rhus Tox D4.
L’indagine è durata 12 settimane e ha coinvolto 59 persone, 37 femmine e 22 maschi di età compresa tra i 35 e gli 80 anni, con peso corporeo compreso fra i 49 e gli 89 Kg affetti da osteoartrosi del gomito, del ginocchio, da lombalgia, cervicalgia e che presentavano almeno uno dei seguenti sintomi: tumefazione, dolore a riposo, dolore in movimento e
sensibilità alla pressione.
Tutti i pazienti sono stati sottoposti a una visita iniziale e a una visita al termine della cura, durante le quali sono stati eseguiti i prelievi per esami ematochimici, ematologici e l’esame delle urine, un esame obiettivo completo e sono state considerate eventuali terapie e patologie concomitanti.
Al termine dello studio i risultati sono stati rilevanti e, in particolare:
– il dolore a riposo all’inizio coinvolgeva il 50 per cento dei pazienti e, dopo la cura, solo l’1,7 per cento;
– il dolore in movimento prima della cura riguardava il 79,3 per cento dei pazienti, mentre al termine dell’indagine solo il 10,3 per cento dei soggetti;
– all’inizio della terapia il 53,4 per cento rilevava sensibilità alla pressione, mentre alla fine nessuno ha manifestato tale disturbo;
– la limitazione funzionale dell’articolazione all’inizio interessava tutti i soggetti, mentre alla fine solo il 17,2 per cento dei casi;
– la tumefazione del gomito, che inizialmente interessava il 33,5 per cento dei 14,9 per cento dei soggetti con osteoartrosi del gomito, alla fine della cura non era più presente;
– la tumefazione del ginocchio, evidente all’inizio nel 92,8 per cento dei pazienti (19 per cento) con osteoatrosi al ginocchio, alla fine non era più presente.
Da questi risultati emerge la reale efficacia del trattamento effettuato, oltre che la sicurezza e l’ottima tollerabilità della cura. Nel 75,9 per cento dei casi, infatti, non sono stati evidenziati effetti collaterali: solo nel 20,7% dei casi si è verificato un certo grado di pirosi gastrica e soltanto il 3,4 per cento dei pazienti ha dichiarato che il rimedio ha un gusto amaro.