Nel Regno Unito una donna in menopausa su quattro si affida alle medicine complementari
Per la donna la menopausa può comportare alcune difficoltà sotto il profilo sia fisico sia psico-emotivo, a seguito del rapido cambiamento dell’assetto ormonale in un organismo che si era invece tarato su un andamento improntato alla ciclicità. D’altra parte l’introduzione della terapia ormonale sostitutiva, accolta dapprima con entusiasmo, aveva poi sollevato perplessità circa possibili ripercussioni negative sul rischio di tumori mammari, complicazioni cardiovascolari e trombosi venosa, e la pubblicità negativa che ne è scaturita ha sempre più incentivato interesse per le medicine complementari (CAM). Non si è trattato di una semplice moda: sono state infatti condotte due revisioni, nel 2013 e nel 2014, che sulla base dei dati della letteratura scientifica, documentavano il ricorso a terapie non farmacologiche rispettivamente nel 50% e nel 30-82% dei casi.
A fronte, però, delle critiche metodologiche mosse a queste pubblicazioni, un’indagine più recente si è rivolta a 136 mila delle quasi 203 mila donne d’età compresa tra 50 e 74 anni incluse nell’UKCTOCS (UK Collaborative Trial of Ovarian Cancer Screening), uno studio epidemiologico inglese sullo screening del cancro ovarico, raccogliendo oltre 88 mila adesioni alla compilazione di un questionario mirato a definire alcuni dettagli, tra cui le tipologie di CAM impiegate, le abitudini e il livello socioeconomico delle utilizzatrici. Dagli 88 mila questionari ritenuti validi è emerso che una donna su quattro in post-menopausa si affida a una (57% dei casi) o più CAM (26% due e la restante percentuale più di due): nel 44% dei casi a fitoterapici, nel 43% a vitamine, nel 32% a cambiamenti dello stile di vita, nel 22% a fitoestrogeni e nel 13% all’omeopatia. Interessanti sono i fattori predittivi del ricorso a CAM: livello di istruzione più elevato, etnia nera, impiego precedente di terapia ormonale sostitutiva o contraccettivi orali. L’uso di CAM è inoltre risultato inferiore nelle donne in fascia d’età più avanzata e in quelle meno fiduciose nel proprio futuro. Si tratta ovviamente di un profilo della società inglese, che in ogni area geografica può mostrare differenze specifiche. I dati fanno in ogni caso riflettere sulla sensibilità delle donne in menopausa nei confronti dei propri disturbi e della ricerca di soluzioni diverse da quelle proposte dalla medicina allopatica, con la finalità probabilmente di evitarne gli effetti indesiderati.
Fonte: Gentry-Maharaj A et al., Prevalence and Predictors of Complementary and Alternative Medicine/Non-Pharmacological Interventions Use for Menopausal Symptoms Within the UK Collaborative Trial of Ovarian Cancer Screening. Climacteric, 2017 Mar 22:1-8
Piercarlo Salari
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