Il verde fa bene anche allo sviluppo cognitivo
Adesso che arriva la bella stagione c’è un motivo in più per stare all’area aperta, in mezzo alla natura. Infatti i polmoni verdi, cioè le aree ricche di piante, farebbero bene non solo alla salute dell’apparato respiratorio ma anche allo sviluppo cerebrale. Soprattutto nei bambini nei quali aumenterebbero il volume di materia bianca e grigia, di alcune specifiche aree del cervello. Lo avrebbe attestato uno studio del Barcelona Institute for Global Health (ISGlobal), condotto nell’ambito del progetto BREATHE, svolto in collaborazione con l’Hospital Del Mar e la Ucla Fielding School of Public Health. La ricerca, pubblicata su Environmental Health Perspectives, che ha coinvolto un gruppo di oltre 250 bambini residenti in aree verdi, aveva lo scopo di monitorare i benefici derivanti dall’aria ossigenata, in particolar modo sulle facoltà mentali. Così i ricercatori hanno stimato il tempo di esposizione dei bambini all’aria ‘green’ attraverso informazioni satellitari, mentre il volume e l’anatomia del cervello è stata studiata usando immagini di risonanza magnetica in 3D ad alta risoluzione. Tutti i bambini partecipanti allo studio sono stati sottoposti anche a test cognitivi.
È stato possibile osservare che i bambini ‘green’, rispetto ai coetanei più ‘urbani’ avevano un volume di materia bianca e grigia superiore nelle aree cerebrali responsabili della memoria di lavoro, cioè relativa al mantenimento temporaneo delle informazioni e alla loro elaborazione, e alla capacità di attenzione. Funzionalità che hanno permesso a questi bambini, secondo quanto emerso dalla ricerca, di ottenere punteggi superiori ai test cognitivi rispetto ai compagni.
Come si spiegherebbe il fenomeno? Una delle ipotesi più accreditate fa ritenere che gli spazi verdi siano in grado di ‘rigenerare’ i bambini anche dal punto di vista psicologico, stimolando così anche la voglia di scoperta, lo sviluppo di creatività e aumentando il senso di responsabilità verso l’assunzione di rischi. Ma non è tutto: lo studio avrebbe rivelato che queste aree cerebrali nei bambini che vivevano più a contatto con il verde, presentavano livelli inferiori di inquinamento atmosferico e rumore. Non vi sembrano motivi ‘intelligenti’ per scorazzare di più nel verde, giocare nei prati e all’aria aperta?
Francesca Morelli